Quando Chicxulub, un giorno di 65,95 milioni di anni fa, entrava nell’atmosfera terrestre, nessun essere vivente era consapevole che tutto stava per cambiare. I dinosauri avevano dominato la Terra per milioni di anni, a discapito delle forme di vita più piccole. Avevano colonizzato i mari, gli oceani, la terraferma e anche l’aria. Un brulicare di vita, che da lì a pochi minuti sarebbe stato spazzato via dalla furia dell’Universo. Da quel giorno, venne tracciata la strada che avrebbe portato i mammiferi, e in particolare noi esseri umani, a dominare la Terra.
Che l’estinzione di massa dei dinosauri sia stata causata dall’impatto con un asteroide è ormai una teoria accettata e suffragata da diverse prove. Conosciamo ad esempio l’esatta ubicazione del cratere d’impatto, sotto la penisola dello Yucatan, in Messico. In quella regione, sono state ritrovate rocce che possono essere state prodotte solo da un potentissimo shock termico, avvenuto in pochi istanti. E naturalmente, la pistola fumante. Un sottile strato di iridio, al confine tra Cretaceo e Paleocene, uno strato trovato in tutto il mondo. L’iridio è raro nella crostra terrestre, ma è molto comune nei meteoriti. Il fatto che depositi di iridio databili allo stesso identico istante temporale siano stati trovati in tutto il mondo suggerisce che l’impatto sia stato catastrofico. E non potrebbe essere che così: secondo le ultime stime, infatti, il meteorite Chicxulub avrebbe avuto un diametro di circa 12 km e ha generato un cratere ampio quasi 300 km. Al momento dell’impatto, il meteorite ha generato uno tsunami violentissimo e ha sollevato nell’atmosfera abbastanza polvere e detriti da oscurare il Sole per molti anni, causando un inverno nucleare.
Spostiamoci ora in North Dakota, nella Hell Creek Formation. Dove adesso vi sono delle colline, un tempo vi era un mare interno. Ancora oggi è visibile lo strato di iridio e, al di sotto di esso, è stato scoperto da Robert DePalma il cimitero degli animali estinti. Un ammasso di fossili di pesci, insetti, ammoniti, un triceratopo e un mesosauro, insieme ad alberi bruciati e rami di conifere. Tale scoperta è avvenuta sei anni fa, ma oggi, dopo anni di studi, sappiamo qualcosa di più riguardo a quei tragici attimi. Al momento dell’impatto, il meteorite avrebbe generato un sisma devastante, pari ad una magnitudine di almeno 11. Il mare interno sarebbe quindi ribollito, a causa del terremoto, scagliando in aria e quindi a riva i cadaveri di moltissimi animali. Dopo una ventina di minuti, la pioggia mortale di vetro incandescente, dei lapilli effettivamente trovati in grande quantità tra i resti fossili. Tutto questo sarebbe avvenuto in pochissimi minuti, non lasciando scampo agli animali.
Ecco le parole di Robert DePalma a proposito della scoperta:
Gli tsunami dall’impatto sono ben documentati, ma nessuno sa quanto distante qualcosa del genere sarebbe arrivato in un mare interno. Ma abbiamo Mark Richards che ha constatato che le onde sismiche sarebbero arrivate circa allo stesso momento dei materiali proiettati in atmosfera. Quella è stata la nostra grande scoperta.
Queste invece sono le parole di Mark Richards, professore emerito di Scienze terrestri e planetarie a Berkeley:
Le onde sismiche cominciano a manifestarsi entro nove o dieci minuti dall’impatto, così hanno avuto la possibilità di scuotere l’acqua prima che tutte le sferule piovessero dal cielo. Queste, arrivando, hanno creato crateri sulla superficie, come imbuti (si vedono gli strati deformati in quello che era fango soffice).
Lo studio sarà pubblicato nei prossimi giorni su Proceedings of the National Academy of Sciences.
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