La NASA avrà un paio di occhi in più sulla superficie di Marte: dopo due anni di ritardo, infatti, è stata lanciata la missione Insight verso il pianeta rosso alle ore 13:05 (ora italiana) del 5 maggio 2018 dalla base di Vandenberg, in California.
L’obiettivo della missione sarà lo studio della geodesia e dei terremoti su Marte, grazie al sofisticato sismografo di cui è dotato il lander. Insight fa parte del programma Discovery della NASA che consiste in un insieme di missioni spaziali scientifiche con costi ridotti e altamente specializzate.
Il ritardo nel lancio di Insight
Il lancio era previsto due anni prima, a inizio 2016, ma a causa di problemi tecnici ai sensori del sismografo non risolvibili nel breve periodo, la NASA ha dovuto rimandare la missione. Questo perchè la finestra di lancio utile per inviare una sonda su Marte risparmiando il più possibile sul carburante dura solo 35 giorni ogni 26 mesi circa. Il problema è stato in seguito sistemato e la missione è stata lanciata come previsto nella finestra di lancio di quest’anno.
La missione Insight pronta per il lancio.
La missione di Insight
La missione Insight consiste in un lander che atterrerà a novembre di quest’anno sulla superficie di Marte, più precisamente sull Elysium Planitia, una vasta regione vulcanica vicino all’equatore. Quest’ultima è una delle più imponenti del pianeta e il picco arriva a ben 16 km di altezza.
Gli obiettivi principali di Insight saranno lo studio della storia evolutiva marziana e della geodesia del pianeta rosso. Grazie al sismografo SEIS (Seismic Experiment for Interior Structure), il lander potrà studiare l’attività sismica di Marte con una precisione elevatissima. Inoltre, grazie allo strumento HP3 (Heat Flow and Physical Properties Package), Insight potrà misurare il flusso di calore proveniente dall’interno del pianeta. Lo strumento sarà posizionato a circa 5 metri di profondità. Un ulteriore strumento, Rise (Rotation and Interior Structure Experiment), misurerà i più piccoli spostamenti del lander per ottenere maggiori informazioni sulla chimica e la geologia del nucleo del pianeta.
Questi dati, uniti a quelli presi dagli strumenti a bordo (due fotocamere, un magnetometro, sensori di temperatura, vento, pressione) permetteranno di studiare le condizioni meteorologiche nel sito di atterraggio, la struttura interna del pianeta, le dimensioni del nucleo e il suo stato fisico (liquido o solido). Ulteriori obiettivi secondari sono lo studio della tettonica, della geofisica e degli impatti dei meteoriti su Marte.
Grazie al lavoro di Insight, gli scienziati sperano non solo di scoprire qualcosa di più sull’interno del pianeta rosso, ma anche di avere indizi importanti sui processi di formazione planetaria degli altri pianeti rocciosi, compresa la Terra.
A proposito della missione, così ha commentato Bruce Banerdt del JPL della NASA:
Ho assistito a diversi lanci di razzi, ma è tutto molto diverso quando c’è qualcosa su cui hai lavorato per anni in attesa di essere scaraventato oltre la nostra atmosfera. Ma per quanto entusiasmante sarà la giornata di lancio, è solo un primo passo in un viaggio che dovrebbe dirci non solo come Marte si sia formato, ma come i pianeti prendono forma in generale.
Merita una menzione particolare il sensore stellare che permetterà di mantenere sempre nella rotta prestabilita Insight. Questa “bussola stellare” è stata realizzata da “Leonardo” a Campi Bisenzio (Firenze) e calcolerà dieci volte al secondo la posizione di Insight utilizzando un piccolo telescopio integrato e un database di circa 3.000 stelle.
Gli strumenti scientifici a brodo di Insight