La ricerca della vita extraterrestre è un argomento molto caldo, e a volte controverso. Perchè usare il prezioso tempo dei radiotelescopi per stare in ascolto per un messaggio che potrebbe non arrivare mai sembra solo ai più uno spreco di risorse. Attualmente, questa ricerca viene effettuata grazie al progetto SETI, fondato nel 1974 e che annovera tra i suoi direttori anche Frank Drake, l’astronomo famoso per la sua equazione che permette di stimare il numero di possibili civiltà aliene evolute in base ad alcuni parametri. Frank Drake fu inoltre il primo promotore nel 1960 di questa iniziativa.

Solitamente, la ricerca di forme di vita extraterrestri si basa sull’ascolto continuo alla ricerca di segnali che non possono essere ricondotti a fenomeni di origine naturale. Questo perchè le onde radio prodotte per le comunicazioni da una ipotetica civiltà extraterrestre inizierebbero a viaggiare attraverso l’universo fino al punto in cui potrebbero essere captate da noi esseri umani. Anche noi, negli ultimi cento anni, stiamo inviando segnali radio attraverso il cosmo e quindi chiunque in ascolto a meno di 100 anni luce potrebbe sapere della nostra esistenza. Da qui nascono ne difficoltà: dove cercare? In quale banda radio ascoltare? L’universo è veramente vasto e anche le possibili radiofrequenze sono moltissime.

Il 16 novembre 1974 fu fatto un tentativo attivo, anche e simbolico, di contattare civiltà extraterrestri. Fu creato un messaggio binario, molto semplice e che potesse essere decifrato usando semplici nozioni di matematica, il quale conteneva informazioni sul nostro sistema solare e sulla nostra civiltà. Questo messaggio, ideato da Frank Drake e Carl Sagan, fu inviato usando il radiotelescopio di Arecibo, in Porto Rico, verso l’Ammasso globulare di Ercole (M13), a 25.000 anni luce di distanza. Uno dei motivi per cui fu scelta questa come destinazione è che il messaggio avrebbe così attraversato una buona fetta della nostra galassia. La trasmissione durò circa tre minuti e la potenza fu sufficiente che un eventuale radiotelescopio simile ad Arecibo in qualsiasi punto della galassia potrebbe riceverlo.

Il messaggio è di natura binaria ed è formato da 23 righe e 73 colonne. Questi sono numeri primi, e sono stati scelti perchè un eventuale ascoltare, ricevendo 1679 bit di informazione, una volta compreso che si tratti di uno schema bidimensionale avrebbe solo due possibilità per ottenere questo numero: 23 x 73 oppure 73 x 23. Tuttavia, il messaggio è stato concepito in modo da apparire molto disorganizzato e casuale nel caso sia osservato nel formato orizzontale.

Leggendo dall’alto al basso, sono state inviate le seguenti informazioni:

  • I primi dieci numeri in formato binario
  • I numeri atomici di idrogeno, carbonio, azoto, ossigeno, fosforo
  • Le formule chimiche degli zuccheri e delle basi azotate del nostro DNA
  • Quanti nucleotidi sono possibili nel nostro DNA
  • La doppia elica del DNA
  • Una rappresentazione stilizzata di un essere umano e l’altezza media
  • Quanti abitanti erano presenti sulla Terra nel 1974
  • Il nostro sistema solare
  • L’antenna del radiotelescopio di Arecibo

Il messaggio fu trasmesso usando una lunghezza d’onda pari a 126 mm, la quale è stata usata anche come unità di misura per codificare l’altezza media dell’essere umano e le dimensioni dell’antenna del radiotelescopio.

Anche ammesso che dovessimo ricevere una risposta, dovremmo aspettare non meno di 50.000 anni, ovvero il tempo necessario al messaggio per arrivare verso l’ammasso, essere decodificato e infine il tempo necessario affinchè la risposta giunga a noi.

Il messaggio di Arecibo nel formato corretto.
Il messaggio di Arecibo nel formato errato.
marco

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