Sicuramente non ci aspettiamo forme di vita intelligenti o elementari, visto che l’atmosfera di Kelt-9b è talmente rovente da fondere qualsiasi metallo. Tuttavia, si tratta di una scoperta senza precedenti. Per la prima volta, gli scienziati sono riusciti a localizzare con certezza la presenza di ossigeno atomico nell’atmosfera di un esopianeta.
Kelt-9b è ad oggi il pianeta con l’atmosfera più calda conosciuta, con una temperatura di circa 4600 K. Si trova a 650 anni luce di distanza, nella costellazione del Cigno, e possiede una massa pari a circa 2,8 volte quella di Giove. Esso orbita intorno ad una stella di classe B circa un trentesimo della distanza media che intercorre tra la Terra e il Sole, e il suo periodo orbitale è di appena 1,48 giorni. Data la sua ridotta distanza dalla stella centrale, Kelt-9b viene investito da una enorme quantità di radiazione, fatto che spiega la sua elevata temperatura.
All’inizio, la presenza di ossigeno era sfuggita agli astronomi. Tuttavia, un team internazionale di ricercatori guidato da Francesco Borsa, membro dell’INAF, è riuscito a localizzare l’impronta digitale di questo elemento chimico sfruttando una nuova e sofisticata simulazione delle atmosfere planetarie di gioviani caldi, messa a punto da Luca Fossati, dell’Austrian Academy of Sciences a Graz. Secondo questa simulazione, l’atmosfera starebbe lentamente evaporando e all’interno spirerebbero continuamente venti fino a 40.000 km/h!
Ecco le parole di Francesco Borsa:
Abbiamo rianalizzato precedenti osservazioni del pianeta Kelt-9b ottenute utilizzando il telescopio da 3,6 m dell’osservatorio di Calar Alto in Spagna abbinato allo spettrografo Carmenes. I nostri risultati hanno confermato la previsione del modello teorico: le tracce dell’ossigeno erano sempre presenti, ma erano state perse da analisi precedenti. Il nostro modello non solo prevedeva la loro presenza, ma concorda anche molto bene con le osservazioni, dandoci la certezza che la fisica su cui si basano le nostre simulazioni riproduce bene la realtà delle atmosfere calde degli esopianeti, a un livello senza precedenti.
Ed ecco invece le parole di Luca Fossati, co-autore dello studio:
L’accordo tra il modello e le osservazioni è una pietra miliare nella nostra esplorazione dei pianeti al di fuori del Sistema solare. Questi risultati dimostrano che ora possiamo creare modelli realistici di esopianeti e migliorare significativamente la nostra capacità di comprendere le atmosfere degli esopianeti più caldi. Sebbene osservazioni simili delle atmosfere di pianeti più piccoli e più freddi non siano ancora possibili, un giorno lo saranno. Consideriamo questo lavoro come una prova generale per il lavoro futuro alla ricerca di ossigeno nelle atmosfere di diversi pianeti della Galassia, inclusi mondi più piccoli, possibilmente abitabili, simili alla Terra.
Grazie a questo studio, sappiamo molto di più oggi sulla dinamica di questi pianeti molto caldi e stiamo mettendo a punto tecniche sofisticate per localizzare l’ossigeno nell’atmosfera di pianeti lontani centinaia e migliaia di anni luce, con la speranza, un giorno, di scoprire nuove forme di vita al di fuori del sistema solare.
Per maggiori informazioni, potete consultare lo studio al seguente link:
“High-resolution detection of neutral oxygen and Nlte effects in the atmosphere of Kelt-9b”
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