Anche se l’attenzione di questi giorni è tutta catalizzata dalla cometa C/2020 F3 NEOWISE, il cielo stellato è ricco di meraviglie da osservare. Oggi parleremo dell’ammasso globulare M14 (NGC 6402), situato nella costellazione dell’Ofiuco a 30.300 anni luce dalla Terra.
Si tratta di un oggetto impegnativo a causa della sua grande distanza, che richiede almeno un telescopio da 250 mm per essere risolto parzialmente in stelle. Tuttavia, già con un binocolo è visibile come una piccola nuvoletta. L’ammasso si trova molto vicino all’equatore celeste ed è quindi visibile in tutto il mondo. In Italia, il periodo migliore per osservarlo va da maggio a settembre. Localizzarlo non è semplice, essendo lontano da stelle particolarmente brillanti: si trova a circa metà strada tra le stelle β Ophiuchi e η Ophiuchi.
L’ammasso globulare M14 fu scoperto da Charles Messier nel 1764, il quale annotava:
Quella stessa notte fra l’1 ed il 2 giugno 1764 ho scoperto una nuova nebulosa nel drappeggio che passa sul braccio destro di Ophiucus, sulle carte di Flamsteed si trova sul parallelo della zeta Serpentis; questa nebulosa non è evidente, è debole e tuttavia la si vede bene con un rifrattore ordinario da 3 piedi e mezzo. È tonda ed il suo diametro può essere di 2′ d’arco: poco sopra si trova una stella di nona magnitudine. Per studiare questa nebulosa ho utilizzato solo un rifrattore non acromatico di 3 piedi e mezzo, con il quale non vi ho osservato alcuna stella; potrebbero essere visibili con uno strumento più grande. Ne ho determinata la posizione comparando il suo transito al meridiano con quello di gamma Ophiuci: ne è risultata una ascensione retta di 261°18’29” ed una declinazione australe di 3°05’45”. Questa nebulosa è segnata sulla carta del percorso apparente della cometa che ho osservato l’anno scorso.
Successivamente, come per altri ammassi globulari, esso fu risolto completamente nelle sue stelle da William Herschel.
L’ammasso globulare M14 presenta una luminosità assoluta equivalente a quella di 400.000 stelle come il nostro Sole e presenta quindi una luminosità assoluta elevata pari a -9.12. Esso possiede una forma leggermente ellittica ed è largo circa 100 anni luce. Al suo interno vi sono centinaia di migliaia di stelle, tra le quali sono note 70 variabili. Nel 1938 apparve una nova, la seconda ad essere stata scoperta all’interno di un ammasso globulare, anche se la su scoperta in realtà avvenne nel 1964 studiando alcune lastre fotografiche degli anni Trenta. La scoperta fu ad opera di Amelia Wehlau, dell’Università del Western Ontario, la quale esaminò un insieme di lastre fotografiche prese da Helen Sawyer Hogg tra il 1932 ed il 1963.
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