Bentornati al nostro appuntamento con gli oggetti del catalogo di Messier! Oggi parleremo dell’ammasso globulare M22, catalogato anche come NGC 6656, situato all’interno della costellazione del Sagittario a circa 10.600 anni luce di distanza dalla Terra.

La posizione dell’ammasso globulare M22 nella costellazione del Sagittario.

L’ammasso globulare M22 è un oggetto tipicamente estivo ed è il quinto ammasso per brillantezza di tutto il cielo stellato, possiede una magnitudine pari a +5,1 e sotto cieli bui può essere già osservato anche ad occhio nudo. Un binocolo vi permetterà di osservarlo come una debole macchiolina, mentre un telescopio da almeno 150 mm lo risolverà parzialmente in stelle. Salendo di diametro, ad esempio sopra i 200 mm, la visione è spettacolare. L’ammasso è abbastanza semplice da localizzare, trovandosi a pochi passi dalla stella Kaus Borealis della costellazione del Sagittario, la gigante arancione che rappresenta il coperchio dell’asterismo noto come la “teiera”. Trovandosi a ridosso dell’eclittica, capita che i pianeti del sistema solare vi passino molto vicino.

Questo ammasso globulare fu scoperto dall’astronomo tedesco Johann Abraham Ihle nel 1665, e di fatto fu uno dei primi ammassi globulari noti all’astronomia. Successivamente, esso fu osservato da Charles Messier il quale lo inserì nel suo catalogo nel 1764. In seguito, William Herschel riuscì a risolverlo in stelle nel 1783.

L’ammasso globulare M22 è uno dei più vicini alla Terra, è grande circa 99 anni luce e possiede una massa stimata pari a 290.000 masse solari. Al suo interno sono stato individuate 32 stelle variabili. Pur essendo un ammasso vicino, a causa dell’estinzione della luce causata dalla polvere del disco galattico esso ci appare un po’ meno brillante di quanto ci aspetteremmo. Una particolarità di M22 è che si tratta di uno dei quattro ammassi globulari nei quali è stata scoperta una nebulosa planetaria. In questo caso specifico, la nebulosa è stata designata come IRAS 18333-235 e possiede al suo interno una stella blu. Inoltre, all’interno dell’ammasso sono stati scoperti due buchi neri, rispettivamente di 10 e 20 masse solari.

marco

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