Esplorazione spaziale

50 anni fa l’uomo sbarcava sulla Luna

Sono passati ormai 50 anni, mezzo secolo, da quella fantastica notte che tenne tutto il genere umano con il fiato sospeso. L’uomo aveva finalmente messo piede sulla Luna. Sognata per millenni, fin da quando suscitò curiosità nei nostri antichi progenitori, i quali la usarono per realizzare i primi calendari.

Gli Stati Uniti erano in ritardo, lo sapevano. La Russia stava centrando un obiettivo dopo l’altro, c’era bisogno di una grande impresa per chiudere la partita. Fecero all-in, avendo tuttavia delle carte un po’ povere. La loro esperienza nello spazio era inferiore a quella sovietica e fondamentalmente non c’era ancora nulla per arrivare sulla Luna. Mancava il veicolo di comando, il veicolo per l’allunaggio, e un razzo abbastanza potente da portare le tonnellate necessarie in orbita lunare.

Ma questo non aveva spaventato il compianto presidente Kennedy, il quale, nel 1961, di fronte al congresso, aveva lanciato la più grande sfida di tutti i tempi. Il presidente avrebbe ribadito il concetto alla Rice University, di fonte a 35.000 persone:

Abbiamo deciso di andare sulla Luna. Abbiamo deciso di andare sulla Luna questo decennio e di fare altre cose, non perché siano semplici, ma perché sono difficili, perché questo obiettivo ci permetterà di organizzare e di mettere alla prova il meglio delle nostre energie e capacità, perché questa è una sfida che vogliamo accettare, non abbiamo intenzione di rimandarla e abbiamo intenzione di vincerla, così come le altre

L’inizio non è dei più promettenti. Il 12 gennaio 1967, infatti, morirono in un incendio durante un test gli astronauti della missione Apollo 1, Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee. Non c’era tempo per piangere però, c’era una corsa da vincere. Era un’altra epoca. Ancora oggi gli scettici dicono che non ci siamo mai andati, perchè se fosse vero potremmo andarci oggi senza problemi. Oggi si pensa di più alla sicurezza, alla salute degli astronauti, si fanno test, prove, simulazioni. Allora c’erano solo migliaia di ingegneri, la Russia da battere, e un pugno di uomini che volavano su razzi potentissimi, senza pensare alla loro sicurezza, ma solo alla vittoria.

Sorgere della Terra ripreso dall’Apollo 8.
Il razzo Saturn V dell’Apollo 8.

Nonostante l’incidente il programma andò avanti. Apollo 8 fu la prima missione a volare intorno alla Luna. Frank Borman, James Lovell e William Anders divennero i primi esseri umani a lasciare l’orbita della Terra, entrare nella sfera gravitazionale di un altro corpo celeste, vedere la Terra nella sua interezza, ammirare il lato nascosto della Luna e vedere il sorgere della Terra. Non allunarono, ma penso che tutto ciò non li abbia lasciati certo privi di soddisfazioni. Celebre il loro messaggio di Natale, quando durante una delle ultime orbite intorno alla Luna, al sorgere della Terra, lessero a tutto il mondo i primi versetti della Genesi. Un discorso che ancora adesso mi da i brividi, pur non essendo ancora nato all’epoca.

Forse fu qui che l’America capì che poteva farcela, e la Russia che stava scivolando verso lo scacco matto. Apollo 9 testò il modulo lunare in orbita terrestre, Apollo 10 provò tutte le manovre in orbita lunare, arrivano a soli 15,6 km dalla superficie della Luna. Ormai era tutto pronto. La Russia lo sapeva, e cercò infatti all’ultimo di lanciare una sua missione automatizzata Luna 15, che avrebbe dovuto riportare sulla Terra campioni di roccia lunare, dimostrando che non era necessario rischiare la vita di uomini per ottenere lo stesso risultato. Un tentativo di salvare la faccia, che non ebbe successo.

Lanciata da Cape Canaveral il 16 luglio 1969 alle 13:32 UTC, la missione Apollo 11 giunse sulla Luna tre giorni più tardi. A bordo, gli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, sentivano tutta la responsabilità di realizzare non solo una impresa unica per tutta l’umanità, ma anche di realizzare il sogno di Kennedy, che purtroppo non avrebbe mai potuto assistere all’evento. Il giorno 20 luglio 1969 alle 20:17:40 UTC, Neil Armstrong metteva piede sulla Luna, seguito dopo pochi minuti di Buzz Aldrin. Le sue parole ormai sono in tutti i libri di storia:

Un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità.

I due astronauti rimasero sulla superficie lunare per circa due ore e un quarto, dispiegarono alcuni strumenti scientifici e raccolsero 21,5 kg di rocce lunari, che furono riportate sulla Terra per essere esaminate. L’evento fu seguito in diretta in tutto il mondo, a prescindere dal fuso orario. Persino la Russia, eccezionalmente, comunicò alla NASA il piano di volo della loro missione Lunare e garantirono che non ci sarebbero state interferenze. Fu probabilmente il primo segnale di distensione tra le due superpotenze, almeno a livello scientifico. La corsa allo spazio era vinta.

Seguirono altre missioni Apollo, compresa la tragedia sfiorata di Apollo 13. L’ultima missione fu Apollo 17, le successive vennero cancellate per destinare i fondi agli altri programmi della NASA, come lo Skylab e lo Space Shuttle. Ormai la Luna era stata conquistata, non c’era più nulla da fare.

Oggi, a cinquant’anni dallo storico allunaggio, probabilmente per interessi politici e di prestigio, la corsa alla Luna è tornata protagonista. La NASA ha annunciato infatti il programma Artemis, che dovrebbe portare di nuovo gli esseri umani sulla Luna, entro cinque anni, forse più realisticamente dieci, con l’intento di restarci. Ma questo lo vedremo in un prossimo articolo più dettagliato.

marco

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