La missione ExoMars, lanciata nel 2016 grazie a una collaborazione tra ESA e Rascosmos, ha permesso agli scienziati di effettuare una scoperta molto importante, soprattutto se pensiamo alla futura colonizzazione umana del pianeta rosso.
Tra gli strumenti del TGO (Trace Gas Orbiter) vi è FREND (Fine Resolution Epithermal Neutron Detector), un apparato dedicato allo studio dei neutroni, per mappare la presenza di idrogeno nel primo metro al di sotto del suolo marziano. Quando i raggi cosmici, particelle altamente energetiche provenienti dallo spazio, colpiscono il suolo marziano, essi provocano l’emissione di neutroni. Sperimentalmente è stato poi osservato che i terreni asciutti ne emettono molti di più di quelli umidi, e questo fatto può essere utilizzato per mappare la distribuzione di acqua liquida o ghiacciata nel sottosuolo.
Proprio lo strumento FREND ha permesso agli scienziati di localizzare un grosso deposito di acqua sotto la superficie della Valles Marineris, grande approssimativamente quanto i Paesi Bassi. Il ghiaccio d’acqua era già stato localizzato nei pressi dei poli marziani, dove le temperature consentono al ghiaccio di mantenersi in forma stabile, ma mai a latitudini più prossime all’equatore.
Non sappiamo ancora se si tratta di acqua liquida, ghiacciata o presente sotto-forma di minerali idrati. Quello che sappiamo è che è presente in abbondanza, e potrebbe essere di vitale importanza per la colonizzazione del pianeta rosso.
Ecco le parole di Alexey Malakhov, dello Space Research Institute dell’Accademia delle Scienze Russa :
I neutroni vengono prodotti quando particelle altamente energetiche note come raggi cosmici galattici colpiscono Marte; i terreni più asciutti emettono più neutroni di quelli più umidi, quindi possiamo dedurre quanta acqua c’è in un suolo osservando i neutroni che emette. L’esclusiva tecnica di osservazione di FREND offre una risoluzione spaziale molto più elevata rispetto alle precedenti misurazioni di questo tipo, consentendoci ora di vedere caratteristiche dell’acqua che non erano state individuate prima. Nel complesso, pensiamo che quest’acqua esista più probabilmente sotto forma di ghiaccio“, ha detto Alexey. Ciò vorrebbe dire che nelle Valles Marineris esistono condizioni di temperatura e pressione in grado di preservare il ghiaccio d’acqua o è in atto un qualche meccanismo che la ricostruisce.
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