Questo è l’annuncio che tutti i più giovani, che non lo hanno mai vissuto, ma anche i meno giovani, che invece erano riamsti svegli nel 1969, attendevano da tempo. L’umanità si appresta a tornare sulla Luna. E questa volota non sarà una toccata e fuga, ma un insediamento permanente. Con lo sguardo puntato su Marte.

Il contesto geopolitico è molto cambiato. La corsa alla Luna aveva un solo scopo, ovvero quello di decretare quale fosse la potenza militare superiore tra Stati Uniti e Russia. Venuto meno questo obiettivo, per 50 anni gli uomini non hanno più lasciato l’orbita bassa terrestre. Il perchè è presto detto. Il programma Apollo, non solo aveva costi esorbitanti, difficilmente giustificabili per i contribuenti al giorno d’oggi, ma anche era un’autentica follia per la sicurezza delle vite umane. In soli dieci anni, passando anche a volte sopra alcune fondamentali questioni di sicurezza, gli ingegneri e gli scienziati della NASA avevano portato dodici uomini a posare le proprie orme sul suolo lunare. Dopo di loro, la drastica riduzione del budget e anche l’introduzione di nuove regole per la sicurezza degli astronauti hanno di fatto impedito di riproporre un programma simile all’Apollo. Almeno fino ad oggi.

Buzz Aldrin sulla Luna.

Ma cos’è cambiato ora? Probabilmente, il riaccendersi in parte della competizione geopolitica tra Stati Uniti e Russia. Ma anche l’ingresso nel settore aerospaziale di aziende privati e altre nazioni, come la Cina, l’India, Israele. Probabilmente è ritornata anche a essere una questione di prestigio e di superiorità geopolitica. E forse dobbiamo ringraziare SpaceX, che con i suoi vettori riutilizzabili sta abbattendo sempre di più i costi dei lanci spaziali. Non è un caso che la Luna sarà raggiunta di nuovo, ma anche grazie alla collaborazione di altre agenzie spaziali e delle società private.

Il mondo ha bisogno di questo. Nuove sfide, nuovi traguardi, ma anche come specie vivente. Siamo gli unici a possedere l’intelligenza e la tecnologia necessaria per preservare la scintilla della vita. Se non lo facciamo noi, non lo farà nessun altro. Imparare a colonizzare nuovi mondo è una nostra responsabilità come specie. Ma anche pensando al vil denaro, ci sono molte aziende già interessate allo sfruttamento di risorse minarie di Luna e asteroidi.

Rappresentazione artistica della navicella Orion della NASA.

Ma come avverrà questo ritorno tanto atteso? Per prima cosa, grazie ad una una nuova navicella, Orion, sviluppata dalla NASA, erede delle vecchie capsule Apollo. Più grande, più tecnologica, più sicura, e sospinta da un modulo di comando prodotto dall’ESA. Il secondo ingrediente, è il lanciatore. La NASA sta sviluppando ormai da anni il SLS (Space Launch System), un vettore pesante non riutilizzabile in grado di portare Orion in orbita lunare e probabilmente anche oltre. Il problema è che il progetto sta assorbendo diversi miliardi di dollari e sta subendo forti ritardi, e quindi eccoci al terzo ingrediente, i vettori riutilizzabili privati, che permetteranno di ridurre di molto i costi di ogni lancio.

I moduli di cui sarà composta la stazione spaziale Deep Space Gateway.

Ma il grande progetto, recentemente presentato e di cui esiste già un prototipo per i test, è una stazione spaziale orbitante intorno alla Luna, il Deep Space Gateway, che sarà realizzata nel prossimo decennio da NASA, ESA, JAXA, Roscomos e con la collaborazione di altri enti, agenzie e nazioni come il Canada. La stazione fungerà da punto di appoggio logistico per i viaggi tra Terra e Luna, per sbarcare sulla Luna, per rifornire le navicelle spaziali di carburante e altri rifornimenti e, in futuro, come trampolino di lancio verso Marte. Si tratterà del presidio umano più lontano mai realizzato, a oltre 400.000 km di distanza dalla Terra.

Il programma spaziale per i prossimi decenni.

Ecco le parole di Jim Bridenstine, amministratore della NASA:

Andremo sulla Luna nei prossimi dieci anni con modalità mai viste prima. Ci andremo con nuove tecnologie e sistemi innovativi per esplorare molto di più della sua superficie di quanto si pensava fosse possibile. Stavolta andremo sulla Luna per restarci. E alla fine useremo quanto abbiamo appreso sulla Luna per fare il successivo, gigantesco passo: mandare astronauti su Marte.

Siamo forse di fronte all’ennesimo annuncio? A quanto pare no! Infatti per questo nuovo programma lunare sono stati stanziali ben 21 miliardi di dollari, e diverse società hanno manifestato la loro volontà di partecipare al progetto. Il primo modulo della stazione dovrebbe essere lanciato nel 2022. Nel frattempo, Orion effettuerà la prima missione di prova in orbita lunare senza equipaggio il prossimo anno, la missione EM-1.

Ci attendono anni emozionanti!

marco

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