Sagittarius A* è il buco nero supermassiccio situato al centro della nostra galassia. Quasi tutte le galassie, ellittiche e a spirale, possiedono un buco nero al loro centro, alcuni dei quali dimostrano una elevata attività, mentre il nostro è relativamente tranquillo.
Sagittarius A* dovrebbe avere una massa pari a quasi 4 milioni di volte quella del nostro Sole, e si trova a circa 26.000 anni luce dal nostro sistema solare. La massa è stata stimata usando le leggi di Keplero con le orbite di un campione di stelle molto vicine al buco nero. Esso è stato scoperto nel 1974, e negli ultimi vent’anni gli astronomi hanno seguito periodicamente la sua attività, soprattutto nell’infrarosso, utilizzando diversi strumenti tra i quali i telescopi Keck, situati sul vulcano Mauna Kea delle Isole Hawaii, a oltre 4.000 metri di quota, e il Very Large Telescope (VLT), nel Deserto di Atacama, in Cile.
Seppure fosse già noto che il buco nero possiede una limitata variazione di luminosità occasionalmente, l’evento del 13 maggio 2019 è stato decisamente molto intenso: il buco nero ha brillato per circa due ore e mezza con una luminosità 75 volte superiore al normale.
Che cosa abbia causato questo improvviso flare è ancora un mistero. All’inizio, il picco di luminosità era stato attributo alla stella S2, che avrebbe rilasciato parte della sua atmosfera stellare al buco nero mentre si trovava al periastro nel 2018, a circa 17 ore luce di distanza. Ma, dopo ulteriori indagine, sembrerebbe che ad aver interagito con il buco nero sia stata la nube di gas freddo G2, avente una massa pari a circa tre volte quella della Terra, miracolosamente scampata all’incontro ravvicinato con Sagittarius A* nel 2013. Probabilmente questa nube avrebbe interagito con altra materia presente nelle vicinanze del buco nero, inducendola a precipitare su quest’ultimo.
Ecco il commento dell’astronomo Tuan Do dell’Università della California di Los Angeles:
All’inizio ero piuttosto sorpreso e poi molto emozionato. Il buco nero era così luminoso che all’inizio l’ho scambiato per la stella S0-2, perché non avevo mai visto Sgr A* così luminoso. Nei pochi fotogrammi successivi, però, era chiaro che la fonte era variabile e doveva essere il buco nero. Sapevo quasi subito che probabilmente c’era qualcosa di interessante nel buco nero.
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