Ritorniamo a parlare di ammassi globulari, raccontandovi qualcosa di M9, catalogato anche come NGC 6333. Esso si trova nella costellazione dell’Ofiuco, la tredicesima costellazione zodiacale, ed è uno degli ammassi più vicini, trovandosi a “soli” 5.500 anni luce dal centro galattico.
Per trovarlo, vi basta tracciare una linea immaginaria che congiunge le due stelle η Ophiuchi e θ Ophiuchi. Avendo una declinazione non troppo australe, questo ammasso è visibile quasi in ogni angolo della Terra, fatta eccezione per quelle zone troppo a nord come alcune aree del Canada o i paesi dell’Europa settentrionale. Il periodo migliore per l’osservazione sono i mesi che vanno dalla tarda primavera all’autunno.
Esso è già visibile con un binocolo come una tenue nuvoletta, mentre con un piccolo telescopio già comincerà a mostrare le prime strutture. Strumenti di diametro superiore ai 200 mm consentono di risolvere alcune stelle.
Questo ammasso globulare fu scoperto da Charles Messier nel 1764, il quale lo descrisse in questo modo:
Nebulosa senza stelle, nella gamba destra di Ofiuco; è rotonda, e la sua luce è debole. Rivista il 22 marzo 1781. Diam. 3′.
Successivamente esso fu osservato e studiato da altri astronomi, tra i quali William Herschel, Heinrigh Louis D’Arrest e Lord Rosse.
Le stelle più brillanti di M9 possiedono una magnitudine apparente pari a +13,5. Sono state inoltre scoperte 24 stelle variabili, tra le quali 21 stelle di tipo RR Lyrae. Queste ultime sono una categoria speciale di stelle variabili, aventi solitamente massa pari a metà di quella del Sole, molto diffuse negli ammassi globulari. Esse sono inoltre delle candele standard, e vengono quindi usate per determinare le distanze astronomiche.