Trent’anni e non sentirli! Il telescopio spaziale Hubble ha spento trenta candeline venerdì 24 aprile 2020, celebrando l’occasione con una nuova spettacolare immagine.
Il contributo dato all’astronomia da questo strumento è innegabile e insostituibile. Lontano da qualsiasi fonte di inquinamento luminoso e dall’interferenza della nostra atmosfera, Hubble ha potuto spingersi più lontano e più indietro nel tempo di qualsiasi altro telescopio terrestre.
L’inizio non era stato dei migliori: portato in orbita il 24 aprile 1990 dallo Space Shuttle Discovery, le prime immagini avevano evidenziato aberrazioni ottiche tali da compromettere buona parte degli obiettivi scientifici programmati. Uno strumento sofisticatissimo costato miliardi di dollari, utilizzabile solo ad una frazione del suo potenziale. Gli ingegneri lavorarono giorno e notte, riuscirono a scoprire dov’era il difetto e idearono delle ottiche correttrici che furono poi installate tre anni dopo nel corso della prima missione di servizio pianificata, eseguita dagli astronauti dello Space Shuttle Endeavour. Dopo l’intervento, le immagini furono finalmente della qualità che era stata prevista in fase di progetto. Ovvero straordinariamente dettagliate e meravigliose.
Da allora i successi di Hubble sono stati incalcolabili. Questo strumento ha permesso di misurare e studiare il tasso di espansione dell’universo, vivai stellari, remote nebulose, atmosfere di esopianeti, e si è spinto fino al 97% della nostra storia per catturare la debolissima luce dei primi oggetti astronomici. Ed è solo una piccola lista delle migliaia di scoperte che sono state permesse dalle immagini di questo strumento.
Per festeggiare degnamente il suo compleanno, la NASA ha rilasciato uno straordinario ritratto in cui appaiono una nebulosa rossa gigante, NGC 2014, e la sua vicina nebulosa blu, NGC 2020. Queste nebulose si trovano all’interno della Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea ed una delle meraviglie del cielo australe. Si tratta di una regione di formazione stellare estremamente attiva, ricca di stelle giovani e irruente con una vita di qualche decina di milioni di anni.
Nella nebulosa NGC 2014 sono visibili delle bolle, causate da forti venti di particelle cariche emesse dalle stelle che spazzano via il gas circostante. Il colore rosso corrisponde all’idrogeno e all’azoto mentre il colore blu all’ossigeno ionizzato.
Nella nebulosa NGC 2020 è stata invece generata da una stella di enormi dimensioni, 200.000 volte più brillante del Sole, che ha espulso i suoi strati più esterni in una serie di eventi eruttivi.
Ecco le parole di Thomas Zurbuchen, amministratore associato per la scienza presso la sede della NASA a Washington:
Hubble ci ha fornito straordinarie intuizioni sull’universo, dai pianeti vicini alle galassie più lontane che abbiamo visto finora. È stato rivoluzionario lanciare un telescopio così grande 30 anni fa, e questa centrale astronomica sta ancora offrendo scienza rivoluzionaria oggi. Le sue immagini spettacolari hanno catturato l’immaginazione per decenni e continueranno a ispirare l’umanità per gli anni a venire.