La NASA si appresta a iniziare una missione decisamente innovativa per l’esplorazione spaziale. La missione si chiama Mars 2020, verrà lanciata nel corso dell’estate del 2020 e porterà un rover sul pianeta rosso, Perseverance, e per la prima volta anche un piccolo drone, Ingenuity.
Quest’ultimo, del tutto simile ai droni terrestri, pesa circa 1,8 kg ed è dotato di un doppio rotore. Potrà effettuare brevi spostamenti di massimo 2 minuti e 300 metri di distanza. Le sfide ingegneristiche non sono state poche. Un drone per volare ha bisogno del sostegno dell’atmosfera che, ricordiamo, su Marte è molto rarefatta. I progettisti hanno dovuto realizzare delle pale innovative che permettano al drone di innalzarsi in volo anche in un’atmosfera di questo tipo. Ingenuity è stato testato con successo in diverse simulazioni all’interno di un ambiente ricreato artificialmente sulla Terra che simula le esatte condizioni del pianeta rosso. Si tratta di un volo dimostrativo, senza obiettivi scientifici particolari se non quello – importante – di capire se un drone possa volare su Marte in modo che i futuri astronauti possano avvantaggiarsi di questo prezioso strumento per esplorare la superficie anche a grande distanza.
Il rover Perseverance è stato realizzato a partire da Curiosity per contenere i costi, ed è stato notevolmente migliorato. Tra gli obiettivi primari della missione vi è la ricerca della vita su Marte, passata o presente. Per farlo il rover è stato dotato di vari strumenti per analizzare la composizione chimica del terreno e delle rocce.
Uno di questi strumenti si chiama Supercam, e consiste in un raggio laser in grado di vaporizzare la superficie delle rocce fino a 7 metri di distanza, producendo per un breve attimo un plasma la cui luce può essere esaminata per scoprire gli elementi chimici presenti nel campione.
Un altro strumento molto importante è il MOXIE (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment). Si tratta di una tecnologia in grado di produrre in-situ ossigeno a partire dall’anidride carbonica. Lo strumento prima comprime l’aria marziana a circa un’atmosfera e in seguito, tramite una reazione elettrolitica, scinde l’anidride carbonica in ossigeno e monossido di carbonio. Il tasso di produzione di ossigeno sarà accuratamente misurato e i dati inviati alla Terra per ulteriori studi. Lo strumento pesa circa 1,8 kg e assorbe 300 W di potenza.
Perseverance studierà il suolo marziano grazie a un radar, RIMFAX (The Radar Imager for Mars’ subsurFAce eXploration). Questo radar permette di ottenere immagini simili a quelle di una ecografia, dovrebbe penetrare fino a 10 metri di profondità e permetterà di mappare la presenza di sabbia, rocce, ghiaccio e acqua.
La missione sarà anche il banco di prova di un innovativo sistema intelligente di atterraggio, in grado di minimizzare i rischi e potenzialmente di atterrare anche in regioni interessanti ma solitamente scartate in quanto troppo ritenute troppo pericolose. Il modulo di atterraggio scatterà foto alla superficie in rapida successione e le confronterà con una mappa ad alta risoluzione di Marte per decidere se continuare lungo la rotta attuale o se scegliere un diverso sito di atterraggio, possibilmente entro 300 metri dall’obiettivo originale.
In conclusione, Mars 2020 sarà quindi un test molto importante per la NASA. Molte tecnologie che saranno provate infatti sono i prototipi di ciò che consentirà agli astronauti di arrivare e lavorare in sicurezza sulla superficie del pianeta rosso.