Chi è vissuto negli anni Sessanta rivedrà un’immagine familiare, ma pur sempre straordinaria. Chi è un po’ più giovane, come me, ha avuto la prima opportunità di emozionarsi. Ci stiamo andando, per davvero. Dopo decenni passati a nuotare nella riva dell’oceano cosmico, la nostra orbita bassa terrestre, la NASA si appresta a ritornare sulla Luna per la prima volta dal 1972, l’anno dell’ultima missione del programma Apollo.
Lo Space Launch System della missione Artemis 1, assemblato nella sue interezza, si è mostrato quindi al mondo per la prima volta. Esso ha varcato le porte del VAB, il Vehicle Assembly Building, ed è stato trasportato fino alla piattaforma di lancio 39B del Kennedy Space Center, dove tra pochi giorni inizierà il suo test finale, il WDR (Wet Dress Rehearsal).
Questo test consiste nello riempire il razzo di idrogeno e ossigeno liquidi e di simulare il countdown fino a 10 secondi prima del lancio. Se tutto procederà come previsto, al termine del WDR saranno eseguiti ulteriori test per circa 8 giorni e il razzo sarà quindi riportato all’interno del VAB per i preparativi finali. Sarà in quella occasione che conosceremo la data esatta di lancio della missione Artemis 1, la quale avrà il compito importantissimo di testare tutto l’hardware e il software di volo, in vista della missione Artemis 2, la prima con equipaggio.
Ma come si sposta un enorme razzo dal peso di oltre 1500 tonnellate lungo un tragitto di oltre 6,5 km? Tutto ciò è reso possibile da un enorme mezzo di trasporto cingolato, il Crawler Transporter, il quale da solo pesa oltre 2000 tonnellate ed è dotato di un sistema a laser in grado di mantenere sempre a livello la piattaforma sulla quale poggiano i razzi. Ne esistono due esemplari e dagli anni Sessanta hanno trasportato i Saturn V delle missioni Apollo e Skylab, e in seguito anche le missioni del programma Space Shuttle.